Disturbi Trattati
Genitori e figli
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“Quando i genitori fanno troppo per i figli,
i figli non faranno abbastanza per se stessi”
Elbert Hubbard
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Libri, forum, film, rubriche, articoli, trasmissioni televisive sono il frutto di un mercato fiorente che si prodiga a spiegare come i genitori siano responsabili di tutto ciò che avviene ai figli. Si crea così troppo spesso l’idea che se il figlio non ha problemi allora siamo di fronte a dei buoni genitori. I problemi dei figli in realtà possono dipendere da molti fattori, spesso indipendenti dai genitori, così come è altrettanto vero che le difficoltà fanno parte del percorso di vita di ogni essere umano.
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La società è cambiata molto nel corso degli ultimi cinquant’anni e questo ha portato indubbiamente ad un modello famigliare molto diverso. Oggi sempre più genitori hanno difficoltà nella gestione dei propri figli, soprattutto adolescenti (considerando poi che l’età dell’adolescenza si è allungata così come la permanenza in casa).
Quello che è sicuramente necessario per un genitore oggi è la capacità di adattamento a tutte le nuove situazioni che si presentano. Questo è molto più facile da dirsi che da farsi, anche perché spesso la stanchezza, le preoccupazioni ci impediscono di essere perfettamente lucidi, pazienti e comprensivi; è così che si crea un muro tra noi e i nostri figli, muro di incomprensioni, di fraintendimenti ed è così che vengono meno le sane gerarchie, saltano le regole, si creano conflitti.
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Oggi la tendenza è quella di affrontare le difficoltà che nascono (un figlio troppo timido o viceversa troppo aggressivo o ancora, che si comporta in maniera anomala secondo i genitori) ricorrendo ai farmaci o a terapie lunghe ed introspettive.
Nel mio approccio terapeutico, ovvero la Terapia Breve Strategica, ad esclusione di rare eccezioni, fino agli 11-12 anni si ricorre ad una terapia indiretta ovvero si guida il genitore, attraverso tecniche e strategie, ad aiutare il proprio figlio. In questo modo, evitando cioè di portare il bambino da uno psicologo, lo tuteliamo perché non lo facciamo sentire malato o “sbagliato”. Spesso ci accorgiamo che è sufficiente cambiare il modo di comunicare e/o di interagire per rompere quel circolo vizioso che si crea tra problema e tentativi fallimentari di risolverlo.
Ciò che dobbiamo sempre ricordare è che non esistono figli cattivi o genitori incapaci ma solo interazioni disfunzionali.
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